I CAMMINI NARRANO
“Perché la conoscenza del mondo si dispieghi all’infinito, sono necessari i cammini o i sentieri. Essi sono una memoria incisa direttamente sulla terra, una traccia nelle nervature del suolo degli innumerevoli camminatori che nel tempo hanno frequentato i luoghi, una sorta di solidarietà degli uomini scolpita nel paesaggio” (Le Breton, Camminare. Elogio dei sentieri e della lentezza, Roma, Edizioni dei cammini, p. 35)
La pratica del camminare rappresenta un ottimo strumento di conoscenza, promozione e fruizione del patrimonio, una vera e propria risorsa per lo sviluppo locale soprattutto di quei territori economicamente più marginali e collocati in aree isolate o distanti dalle principali attrazioni turistiche rafforzandone il potenziale economico e occupazionale.
Il cammino sviluppa il senso di responsabilità e cura verso il proprio territorio (quella che il geografo cinese Yi-Fu Tuan chiama topophilia). Ad ogni passo si scoprono nuovi tasselli del paesaggio culturale, esito del millenario rapporto coevolutivo tra l’uomo e l’ambiente naturale.
I cammini hanno la capacità di svelare la complessità e il senso intrinseco dei luoghi e di tutelare e valorizzare il patrimonio nel tempo. Essi rivelano le trame paesaggistiche e narrano la storia di un territorio permettendo di riscoprire la bellezza e l’intensità dei luoghi.
Attraverso il cammino possiamo leggere e interpretare il paesaggio che ci circonda e carpire i numerosi segni e sedimenti che il tempo e la storia hanno stratificato e depositato sul territorio.
Camminando si scopre e si conosce profondamente un territorio e la sua memoria storica. Ad ogni passo si acquisisce consapevolezza della ricchezza identitaria che i luoghi racchiudono.
RISCOPRIRE LENTAMENTE UN TERRITORIO SORPRENDENTE
La Valle dell’Amaseno (Regione Lazio) grazie alla sua particolare struttura morfologica e alle condizioni climatiche favorevoli, si configura come un territorio prevalentemente rurale circondato da ampie aree boschive e riserve naturali protette e borghi dalla cultura millenaria che conserva i caratteri originari del paesaggio storico e fa emergere con insistenza il suo ricco patrimonio.
Gli itinerari escursionistici e quelli cicloturistici sono la modalità ideale per conoscere questo territorio, per salvaguardarlo e monitorarlo costantemente. Ci consentono di tenere traccia delle trasformazioni paesaggistiche e di rinnovare il complesso e prezioso legame tra l’uomo e l’ambiente naturale.
Domenica 17 dicembre 2017 alle ore 16 nel prestigioso salone del Castello Baronale di Maenza (Latina), tra le più belle fortezze del Lazio meridionale si terrà la presentazione del portale culturale della Valle dell’Amaseno (www.valledellamaseno.it) organizzata dalla XIII° Comunità Montana dei Monti Lepini e Ausoni in collaborazione con la Regione Lazio, il Comune di Maenza, l’Università degli Studi di Roma Tre e l’Associazione Cultores Artium
Interviene Sara Carallo (Università degli Studi di Roma Tre, Laboratorio Geocartografico “Giuseppe Caraci”) che presenta:
La rete dei cammini della Valle dell’Amaseno. Un progetto integrato di sviluppo locale.
A seguire si svolgerà una visita al Castello Baronale di Maenza a cura dell’Ass. Cultores Artium e degustazione di prodotti tipici locali.
Questo lavoro, sviluppatosi nell’ambito del progetto “Smart Environments. Valorizzazione della ricerca e crescita del territorio negli ambienti intelligenti” in collaborazione con la Regione Lazio e con l’Università degli Studi di Roma Tre ha portato alla realizzazione del portale culturale www.valledellamaseno.it
Il progetto ha il fine di valorizzare e rendere fruibile il ricco e variegato patrimonio naturalistico e storico culturale della Valle dell’Amaseno attraverso l’elaborazione di una rete di itinerari turistici e la promozione di siti di interesse religioso, archeologico, storico culturale e naturalistico, attività commerciali e ricettive e di tutti quei servizi utili al viaggiatore.
Il portale promuove processi di inclusione socio spaziale tra la popolazione della Valle dell’Amaseno per ricostruire e rafforzare la loro identità e il legame con il territorio ed è rivolto a tutti i viaggiatori che desiderano conoscere dei luoghi ricchi di storia e cultura circondati da un contesto di gran pregio e valore naturalistico.
LE COMUNITÀ LOCALI RISORSE PREZIOSE
Si tratta di un incontro rivolto alle comunità, alle associazioni e al sistema delle imprese del territorio per cercare di costruire insieme una rete di cooperazione per la valorizzazione sostenibile del patrimonio della Valle dell’Amaseno.
Gli attori locali, “costruttori del territorio”, sono i principali promotori di un integrato sviluppo economico, sociale e ambientale.
Questo approccio ha portato alla realizzazione di sinergie virtuose e all’organizzazione di incontri propositivi, dai quali si è compreso che per definire l’identità di un territorio è necessario partecipare e condividere conoscenze in un continuo scambio di saperi, nell’ottica di una “ricerca-azione”, in cui la rete locale ha un ruolo di primissimo piano.
In particolare, sono state direttamente coinvolte le associazioni locali che lavorano per la promozione del territorio e i singoli cittadini che conoscono molto bene il patrimonio storico culturale e ambientale della Valle. Grazie a loro è stato possibile individuare molti resti archeologici difficilmente rintracciabili attraverso la sola fonte testuale, creare itinerari originali e censire tutti i siti di interesse archeologico, storico culturale e naturalistico e le attività commerciali e ricettive.
Grazie alla rete locale è stato possibile attribuire un prezioso valore aggiunto al progetto.
Vi aspettiamo per farvi presentarvi i cammini che abbiamo realizzato per conoscere questo territorio sorprendente ed emozionante!
“Il sentiero è una cicatrice di terra nel mezzo del mondo vegetale o minerale, in preda all’indifferenza del passaggio degli uomini. Il suolo battuto dagli innumerevoli passi impressi per un’infima frazione di tempo è un segno di umanità”
(Le Breton, Camminare. Elogio dei sentieri e della lentezza, Roma, Edizioni dei cammini, p. 36)
Sara Carallo