fonte UNESCO

Il sito “Via Appia. Regina viarum” è stato iscritto lo scorso 27 luglio nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, durante la 46a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, in corso di svolgimento a New Delhi in India.

Tracciata per esigenze militari dal censore Appio Claudio nel 321 a. C. per collegare Roma a Capua e successivamente estesa fino a Brindisi, l’Appia divenne subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali, in quanto concepita fin dall’inizio come via publica, percorribile gratuitamente da tutti perché realizzata su terreni espropriati allo scopo dallo Stato romano. La strada fu ampliata nel corso del tempo, per questo il sito Patrimonio Mondiale comprende anche la variante al tracciato originale, fatta costruire da Traiano nel 109 d.C.

La via Appia costituisce la testimonianza eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa in quanto modello per la viabilità dell’epoca, che contribuì alla diffusione della civiltà urbana e all’unificazione culturale di tutte le genti del mondo romano. La via fu la prima delle grandi strade che attraversavano l’impero, costruita con tecniche ingegneristiche innovative, e costituisce un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico capace di illustrare una fase significativa nella storia umana, come stabilito dal criterio iv della Convenzione UNESCO per la Protezione del Patrimonio Mondiale e Culturale del 1972. Inoltre, le prime 12 miglia della strada, caratterizzate da famosissimi monumenti, costituiscono uno dei tratti dell’itinerario più celebrati nell’arte attraverso i secoli; in quanto materialmente associata opere artistiche o letterarie, presenta caratteristiche che soddisfano il criterio vi della Convenzione del 1972.

Il sito non comprende solo il tracciato stradale, ma un’ampia gamma di tipologie di manufatti che erano funzionali alla viabilità dell’epoca o strettamente legate ad essa, in particolare quelle riferibili al periodo 312 a.C.- IV d.C. in coerenza con la fase storica cui si riferisce il sito candidato: opere ingegneristiche necessarie alla realizzazione della via, infrastrutture di servizio, insediamenti, monumenti funebri, luoghi di culto, evidenze monumentali, porti e approdi, centuriazioni, elementi scultorei ed epigrafi, che costituiscono espressioni tangibili della storia e delle tradizioni riferite al lungo ed ininterrotto uso della antica via, da millenni luogo della memoria e crocevia di culture.

Con l’iscrizione della via Appia, l’Italia raggiunge il numero di 60 siti iscritti nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale, della quale continua a detenere il primato.