Apprendiamo con sgomento della morte dell’Orsa Amarena (F17) a causa del deliberato atto di uno di noi “umani”. Dalle prime informazioni risulta che sia stata uccisa tramite colpi di fucile mentre, con i due cuccioli, si era avvicinata ad un pollaio nella Piana di Avezzano, nel Comune di San Benedetto dei Marsi. Dei due cuccioli non vi sono notizie, ma sono ormai condannati a morte o ad una vita da reclusi in quanto non sono ancora in grado di sopravvivere da soli in un ambiente naturale.
Tanti pensieri si accavallano in questi momenti, il rancore verso chi ha premuto il grilletto, il pensiero a chi ogni giorno si spende per la conservazione della popolazione relitta di Orso bruno marsicano nel centro Italia, alla popolazione di Orso che perde in pochi secondi una femmina e due cuccioli mettendo a repentaglio la sopravvivenza di tutta la specie.
Confidiamo che chi ha commesso l’atto scellerato, pare già individuato, non avrà scusanti e pagherà per le sue azioni, che di istintivo hanno poco considerando che un fucile va preso e preparato prima di sparare. Potrà pentirsi, ma il danno resta e non è recuperabile con una pena. Una condanna certa potrà però servire a squarciare il velo di impunità che troppe volte questi atti hanno visto e che alimentano la facilità di atti deliberati, fucilate o bocconi avvelenati.
Siamo vicini a tutti quelli che, nelle istituzioni e nelle associazioni, si spendono giornalmente per sensibilizzare, intervenire, studiare, pianificare e programmare con mille difficoltà. Perché siamo tutti bravi ad indignarci, ma le misure per facilitare la coesistenza tra noi uomini e la natura trovano ogni giorno ostacoli e difficoltà. In questi momenti la delusione ed il senso di impotenza sono delle ferite profonde in queste persone, che rischiano di perdere la forza di lottare.
Siamo profondamente preoccupati per la popolazione di Orso bruno marsicano che perde una femmina tra le più prolifiche e due cuccioli che, anche se fossero trovati, avranno davanti a se una vita da reclusi e non contribuiranno alla conservazione della popolazione in quanto non potranno essere liberati in Natura. Potranno al massimo essere ammirati nelle aree faunistiche per mostrare ai visitatori che l’Orso Marsicano esiste e non fa paura.
Viviamo questo evento come un colpo profondo alla nostra anima “selvaggia”. Questo colpo è la dimostrazione di come l’uomo, con tutta la sua evoluzione, conoscenza, tecnica, filosofia, “umanità” non ha ancora fatto pace con la sua anima primordiale, quella più intima. Non è in grado di coesistere con la dimensione naturale e cerca solo di distruggerla.
Noi di FederTrek, ogni giorno, lungo i nostri sentieri cerchiamo di mostrare che un equilibrio è possibile, a passo lento, in armonia con l’ambiente e le persone che ci circondano. Ogni giorno camminiamo per lasciare un pianeta migliore ai nostri figli, ma oggi è necessario anche lasciare dei figli migliori per il nostro pianeta.