FederTrek – Giornata della Terra – La coesistenza è un nostro dovere
La popolazione di Orsi sulle alpi non è in uno zoo senza gabbie, ha il diritto di vivere in un ecosistema.
FederTrek riconosce all’Orso un grande valore simbolico e la potenzialità sociale nel ricreare un sano equilibrio con l’ambiente naturale. Durante le nostre escursioni abbiamo avuto modo di emozionarci per il casuale incontro con questo straordinario animale, che appassiona grandi e piccini di fronte alla scoperta delle sue tracce.
La conservazione dell’Orso è un tema che riteniamo vada affrontato da un punto di vista della gestione in termini di coesistenza, ma allo stesso tempo è bene ricordare che rappresenta una potenzialità di sviluppo per i territori in cui è presente. Da sempre le nostre associazioni lavorano per la valorizzazione del patrimonio naturale ed assistiamo sempre più frequentemente all’esigenza di una fruizione esperienziale della natura. Tale tendenza crea una nuova prospettiva sulle possibilità di sviluppo dei territori dell’Appennino, che non può assolutamente prescindere da una stretta tutela e sorveglianza dell’ambiente e delle specie animali che lo popolano. Chi paventa un effetto negativo sul turismo per la presenza di Orsi dimostra di non conoscere le nuove tendenze del cosiddetto Turismo Green.
Uno sviluppo attento a “passare inosservato” ai sensi dell’Orso e della fauna selvatica più in generale. La nostra presenza in ogni ambiente naturale produce effetti e cambiamenti sul suolo, sulla vegetazione e i sui corsi d’acqua. Il nostro odore o la nostra voce vengono sentiti dagli animali. L’Orso ha dei sensi molto sviluppati ed è in grado di percepirci a grandi distanze, ma quando lo cogliamo di sorpresa, rischiamo di innescare reazioni di difesa che possono essere per noi pericolose. Conoscere gli effetti del nostro passaggio in un ambiente naturale è il primo passo per vivere consapevolmente e con rispetto la natura.
I fatti di questi giorni che hanno interessato l’Orso JJ4 ci portano ad una importante riflessione sul nostro agire quotidiano come Federazione. In primo luogo, il rischio, un rischio che affrontiamo con la formazione e l’aggiornamento dei nostri accompagnatori volontari, consapevoli che muoversi ed accompagnare gruppi in ambiente naturali necessita di conoscenze e tecnica. Muoversi in territori in cui è presente una popolazione di Orsi necessita di particolari attenzioni evitando ad esempio movimenti bruschi e nervosi, magari accompagnati da cani non al guinzaglio, che ci fanno percepire come pericolosi da questi animali. Senza parlare della moderna ricerca del wild selfie o della foto da spammare sui social che fanno dimenticare i rischi che si corrono.
La coesistenza dell’uomo con l’Orso ha bisogno di informazioni e strumenti, che dopo il Progetto LIFE Ursus che ha riportato l’orso bruno nell’arco alpino, che sono programmati del cosiddetto protocollo “PACOBACE”, che rappresenta il piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi orientali che deve tutelare non solo l’Orso, ma anche la popolazione umana proprio in funzione della conservazione dell’Orso a lungo termine. Il PACOBACE prevede la cattura e detenzione a vita di un esemplare problematico, previa il fallimento di ogni altro tentativo di monitoraggio e dissuasione. Come ultima soluzione, persino l’abbattimento.
La morte di Andrea Papi, per la quale FederTrek manifesta tutto il cordoglio di cui siamo capaci nei confronti dei suoi cari, potrebbe essere archiviata come tragica casualità e strumentalizzata politicamente da chi ha la coscienza sporca, ma serve anche per ribadire il fatto che l’estrema soluzione dell’abbattimento di un esemplare di Orso può essere accettabile solo quando tutti i passaggi precedenti siano stati adempiuti con efficacia. In particolare, le informazioni sulle modalità da attuare per ridurre i rischi di farsi percepire come un pericolo da un Orso che incontriamo nel suo ambiente. Su questo fronte noi e le istituzioni non siamo stati efficaci, abbiamo fortemente sottovalutato l’importanza di fare nostre semplici regole di comportamento.
In questi giorni in molto usano la locuzione “troppi”, ma ci chiediamo “troppi, per chi?”. Si parla di limiti superati che non hanno nessun riscontro o dato di riferimento, che si basano su percezioni soggettive da “Bar dello Sport”. Non crediamo che questo approccio porti qualcosa di buono a tutti noi o alla popolazione di Orso sulle alpi. Chi parla facilmente di “troppi” manifesta in maniera ipocrita la convinzione che l’uomo ha il diritto di vivere in totale sicurezza ogni angolo dell’ambiente naturale anziché cercare di trovare un modo di cambiare le proprie abitudini per condividere questi ambienti con la fauna selvatica.
Stante queste riflessioni FederTrek:
- RICONOSCE all’Orso un grande valore simbolico e la potenzialità sociale nel ricreare un sano equilibrio con l’ambiente naturale
- È CONVINTA che la presenza di una popolazione di Orso rappresenta una potenzialità di sviluppo per i territori in cui è presente
- CHIEDE la completa attuazione del PACOBACE con adeguate risorse
- RIBADISCE la necessita di una corretta e capillare informazioni sui rischi e sulle indicazioni di comportamento
- È CONTRARIA alla captivazione e l’eventuale abbattimento di JJ4 e di altri individui, che oggi si vogliono forzatamente considerare come “problematici”, che rappresentano un palese fallimento delle istituzioni e della società trentine e nazionali
Ci auguriamo quindi che si vada verso la ricerca di un modello di convivenza che dia risposta alle aspettative di sviluppo socioeconomico di chi vive e lavora nei territori, ma che garantisca la tutela dell’Orso e della fauna selvatica in genere.