Anche le forzature sulla disciplina dei paesaggi montani hanno contribuito all’annullamento del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio; una occasione per ripensare le strategie per le montagne del Lazio e arrestare la devastazione del Terminillo

La Corte Costituzionale, con sentenza pubblicata pochi giorni fa, ha annullato il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) del Lazio, e lo ha fatto perchè la Regione Lazio ha violato il principio di leale collaborazione tra istituzioni.

Il testo del PTPR concordato con il MiBACT come legge impone, infatti, avrebbe dovuto essere approvato tal quale dal Consiglio Regionale, che di converso ha licenziato un testo modificato in più parti e contenente norme che  scardinano l’obbligo di copianificazione Stato-Regione e che allentano le tutele di molti beni paesaggistici tra cui le aree montane, dove il PTPR manomesso avrebbe consentito la realizzazione di impianti sciistici, impianti di innevamento artificiale e attrezzature ricettive al di sopra della fascia dei 1200 metri.

Questa disattenzione nei confronti della tutela paesaggistica della montagna purtroppo non sorprende.

Da anni – attraverso le ripetute osservazioni presentate nell’ambito delle procedure di VIA del progetto Terminillo Stazione Montana (TSM) – il Comitato del #noTSM ha rilevato come la Regione Lazio interpretasse in maniera ingiustificatamente estensiva le norme del PTPR, e come tali interpretazioni collidessero in maniera sostanziale anche con le Direttive Comunitarie, il tutto per consentire la realizzazione di un progetto devastante per il paesaggio e per l’ambiente, economicamente fallimentare e posto fuori dal tempo dal climate change.

Duole constatare che fino ad oggi questa insensibilità regionale è stata sostanzialmente condivisa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Frosinone, Rieti e Latina, che ha già emesso parere paesaggistico positivo sul TSM nonostante al tempo di formazione dell’atto fossero in vigore le norme più restrittive di quelle successivamente manomesse dalla Regione Lazio.

Il nostro auspicio è che questa vicenda spinga la Regione Lazio a considerare con maggiore consapevolezza la tutela paesaggistica del suo territorio, e che tale consapevolezza si estenda anche alle strutture periferiche del MiBACT.

INFO www.notsm.info

 

Una tavola rotonda sul futuro del Corno alle Scale, dell’Appennino e della montagna tutta: la tutela del paesaggio, la vita all’aria aperta e l’attività fisica come scelte irrinunciabili per superare questa crisi e tutte le crisi che verranno.
Un’occasione per ripensare a noi stessi e al nostro rapporto con gli ambienti in cui viviamo.
Tante voci, nessun logo.
Perché l’Appennino è uno.
E la montagna è di tutti.
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Dialogo con

Paolo Piacentini, autore del libro “Appennino atto d’amore” e Presidente Nazionale FederTrek

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Interverranno:
LUCA MERCALLI – autore del libro “Salire in montagna”
MICHELE SERRA – giornalista
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Coordina Paolo Carati
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Relatori presenti:

🔺 FAUSTO BONAFEDE – WWF

🔺 MAURIZIO FABBRI – Presidente Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese

🔺 SALVATORE DI RUZZA

🔺 FABIO VALENTINI – Mountain Wilderness Schweiz

🔺 BARBARA PANZACCHI – Presidente Unione dei comuni Savena-Idice

🔺 ANDREA GARREFFA – cofondatore 6000 sardine

🔺  Pierluigi Musarò – direttore Itaca migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile

🔺 VITTORIO MONZONI- Legambiente Onlus

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Segui la diretta:

Rilanciamo il comunicato stampa dell’Associazione Discovery Reventino

A distanza di tre mesi dalla presentazione del progetto di “restauro” riguardante l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, sentiamo il dovere di partecipare anche noi al dibattito ormai sempre più acceso intorno alla vicenda che interessa il principale monumento storico della nostra area montana. Abbiamo ritenuto opportuno, prima di intervenire, di porci in una condizione di ascolto delle opinioni autorevoli sull’argomento, studio dei pochi dati e informazioni disponibili sul progetto, nonché confronto.

La necessità di intervenire nasce dall’importanza che diamo da sempre, non solo a questo luogo pieno di fascino e di storia, ma anche a concetti quali condivisione e partecipazione che contraddistinguono la nostra associazione nella proposta di percorsi di progettazione dal basso e laboratori aperti alla comunità, alle associazioni e agli enti, e in quella che è la nostra visione integrata del territorio e della gestione dei beni comuni.

Tra le azioni portate avanti, abbiamo avviato fin dal principio un laboratorio di mappatura partecipata dei sentieri del Reventino che ha coinvolto associazioni e volontari da circa dodici comuni. Uno dei primi racconti a piedi ha riguardato proprio l’area nei dintorni dell’abbazia. Grazie alla progettazione e promozione di un sentiero che ripercorre “Le vie d’acqua dei Cistercensi” lungo il Corace, un percorso ideato e proposto da Raffaele Arcuri, uno dei nostri soci e promotori del progetto, fin dai primi passi. Qui poi abbiamo accompagnato i primi visitatori e viaggiatori stranieri provenienti da altre regioni, contribuendo nel nostro piccolo e in forma volontaria alla promozione dell’abbazia.

Per noi i ruderi di Corazzo hanno rappresentato nel tempo e rappresentano tuttora, il luogo dove le identità delle comunità del Reventino e del Corace convergono. Un luogo della condivisione, dello stare insieme. Un luogo dove per secoli sono confluite le genti dei nostri paesini e i pellegrini arrivati da lontano. Un luogo in cui ci si radunava, si pregava, si barattavano prodotti, si lavorava e si studiava. Un luogo simbolo dell’unione delle nostre comunità.

Il dibattito scaturito dopo la presentazione del progetto d’intervento, dimostra il fortissimo interesse verso l’abbazia. Si sono susseguite ed avvicendate importanti firme nazionali dell’archeologia, dell’antropologia, della storia. Sono state coinvolte alte sfere della politica. Sono intervenuti sull’argomento figure locali di riferimento, quali architetti, docenti e scrittori. Si è sviluppato un folto dibattito sui social che ha coinvolto non solo la comunità di Carlopoli, ma l’intera area del Savuto-Corace-Reventino.

La quantità e qualità degli interventi registrati su scala regionale e nazionale, denotano quanto probabilmente, l’importanza e l’attrattività di questo monumento storico siano ancora più rilevanti di quelle percepite finora, come comunità locale. Al di là delle diatribe tra decisori politici e addetti di settore e delle decisioni puramente tecniche, pensiamo che alcune scelte possano essere portate su un piano politico e vista l’importanza del monumento, condivise con la comunità, le parti interessate, le associazioni, gli amministratori locali, etc.

La percezione è che le posizioni finora espresse si possano sintetizzare due correnti, di cui la prima sostiene la necessità di indagini archeologiche e un restauro conservativo e la seconda opta per ridare, attraverso l’intervento, nuove funzioni al monumento. La prima delle due voci sembra essere la più popolare non solo tra gli esperti di settore. Chi prende in considerazione invece la possibilità di ridare nuove funzioni al monumento, rimane comunque critico sulle modalità di scelta e la qualità del progetto.

Sembra invece non esserci nessuna voce, ad esclusione dei soggetti proponenti a difesa del progetto. Nel coro di opinioni ci piace richiamare il parere espresso da Giuseppina Pugliano, docente universitario di restauro architettonico all’Università degli Studi di Napoli e membro dell’Accademia di Archeologia, secondo cui Corazzo è un “(…) Patrimonio della comunità locale ma al contempo, una rilevante eredità culturale per l’intera umanità (…)”. La presenza dell’abbazia ha conformato e contraddistinto il paesaggio circostante, così come, negli ultimi due secoli, e tuttora, i suoi “ruderi”, sono diventati essi stessi paesaggio, luogo identitario e unitario a grande valenza storica e documentale per l’intero territorio.

Il fatto che i ruderi dell’abbazia abbiano perso l’originaria funzione e valore d’uso, non ne determinano affatto l’inutilità, semmai, grazie alle indiscutibili reazioni emotive che suscitano alla nostra vista(molti dei visitatori che abbiamo accompagnato hanno manifestato con grande emozione di trovarsi in un“luogo magico”), sono lì a testimoniare la bellezza, il fascino e lo scorrere del tempo.
In sintesi, noi sosteniamo che l’abbazia, al suo stato attuale di “rudere”,sia un elemento inscindibile del paesaggio e dell’ecosistema attorno alla valle del Corace ed, inoltre, contribuisce essa stessa a trasformare il “paesaggio fisico” in “paesaggio mentale e della memoria”, a tal punto che per noi risulta preminente che l’abbazia venga “conservata” e non riqualificata cambiando l’identità.

Consapevoli che le risorse previste per l’intervento, di importo complessivo pari a 1.200.000,00 €, siano piuttosto limitate, crediamo sia opportuno indirizzarle su ciò che è prioritario: consolidamento e conservazione della struttura e, qualora fosse possibile, un’approfondita campagna di scavi archeologici, per portare alla luce e conoscere ciò che giace al di sotto dell’attuale livello di terreno dell’abbazia. Per citare nuovamente la Pugliano, le nuove funzioni da inserire, per immettere nuovamente il monumento nel ciclo della contemporaneità, non devono superare il limite di “lecita modificazione” dei ruderi e del paesaggio, come l’assegnazione di una funzione turistico-culturale o l’utilizzazione temporanea per eventi, manifestazioni teatrali e concerti.
Infine, l’aspetto ritenuto da noi sostanziale e maggiormente critico sul quale si sarebbe dovuto e potuto fare di più, è senz’altro quello della scarsa partecipazione e coinvolgimento della comunità.
Per intraprendere un processo di trasformazione del territorio “dal basso” che sia realmente “partecipato” , sarebbe stato opportuno prevedere dei momenti e dei “luoghi del confronto” con la comunità, le amministrazioni e le associazioni del territorio, ove ognuno, in base alle proprie competenze e interessi, avrebbe potuto esprimere le proprie idee.

Pertanto, lanciamo un appello al nuovo sindaco, Emanuela Talarico, chiedendole di estendere, per quanto sia ancora possibile. la platea degli interlocutori.
Crediamo che sia necessario quanto prima organizzare momenti di confronto con la comunità e tutti gli interessati che hanno sentito il dovere di esprimersi in merito al restauro dell’abbazia, con l’obiettivo prioritariamente di fare chiarezza sulla “idea di progetto” alla base dell’intervento, e secondariamente sulle criticità riscontrate sull’iter progettuale ed autorizzativo in corso.
Per approfondire ulteriormente gli aspetti legati al restauro dell’abbazia e contribuire alla discussione e alla conoscenza del progetto, la nostra associazione avvierà una serie di incontri di confronto con gli attori e le parti coinvolte.

FederTrek ha supportato la presentazione del progetto LIFE TERRA 

In occasione della Festa dell’albero, Legambiente lancia il progetto europeo per la riforestazione urbana contro inquinamento e riscaldamento globale

Legambiente dà il via alle azioni legate al progetto europeo Life Terra, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life, a cui partecipano ben 15 organizzazioni di 8 diversi paesi in Europa. Life Terra ha l’ambizioso obiettivo di piantare 500 milioni di alberi nei prossimi 5 anni con il coinvolgimento della società civile e del mondo della scuola. Il progetto Life Terra, al motto di Let’s plant together intende creare un vero e proprio movimento di cittadini attivisti che in tutta Europa si mobilitano per mitigare il clima piantando alberi. L’azione di Life Terra è lungimirante, insegnare alle nuove generazioni come piantare gli alberi avrà delle ripercussioni positive nel contrasto ai cambiamenti climatici e alle catastrofi connesse: ondate di calore, siccità, perdita di foreste, desertificazione, erosione del suolo, inondazioni. Ci sarà un risvolto positivo anche sulle città e le loro comunità perché gli alberi favoriscono l’approvvigionamento dell’acqua, incrementano la permeabilizzazione del suolo, costituiscono un rifugio fondamentale per la fauna, trattengono gli inquinanti atmosferici (le polveri sottili). Inoltre, se piantati nelle vicinanze degli edifici possono ridurre la necessità di utilizzo dei condizionatori d’aria permettendo di risparmiare dal 20 al 50% di energia e abbassando i rumori fino al 70%.

Life Terra non è solo piantumazione di alberi ma è anche cura, infatti, il progetto europeo prevede l’introduzione di una piattaforma web per il monitoraggio degli alberi e il lancio di una App. Con questi due strumenti innovativi tutti potranno avere un resoconto “trasparente” dei dati relativi agli alberi e della loro capacità di trattenere CO2 e i cittadini potranno scaricare informazioni su quali alberi scegliere e come piantarli nella maniera adeguata.

Proprio l’aspetto del monitoraggio in Italia risulta carente. Manca un censimento puntuale della dotazione arborea e se il 75% dei Comuni ha un censimento del verde, solo poco più del 53% dei capoluoghi ha il catasto degli alberi e solamente il 44,8% hanno il regolamento del verde urbano.

“Il progetto Life Terra vede coinvolta Legambiente insieme a partner internazionali – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette e Biodiversità di Legambiente -. In Italia è prevista la piantumazione di oltre 9 milioni di alberi per i prossimi 5 anni e ci concentreremo per questo sulla crescita delle foreste nelle nostre città e nelle aree più inquinate del Paese, come la pianura padana, o nei fondovalle dove c’è meno copertura forestale e dunque più problemi ambientali a cominciare dal dissesto idrogeologico. Non si tratta di una scelta semplicemente estetica ma di benefici per la comunità: la lotta al cambiamento climatico, infatti, deve partire dall’ambiente urbano e la strategia più utile e immediata è piantare nuovi alberi dove servono. Noi ci impegneremo a elaborare programmi e strumenti che permettano a tutti di poter scegliere la specie più adatta a clima e terreno, individuare dove piantarla e curarla nel migliore dei modi affinché diventi un bene per tutta la comunità”.

Life Terra 

Il 19 Novembre Legambiente organizza il terzo Forum nazionale “La Bioeconomia delle Foreste: Conservare, Ricostruire, Rigenerare”.

Il Forum si pone ogni anno l’obiettivo di favorire il confronto tra rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e del mondo della ricerca sulle azioni necessarie a tutelare gli ecosistemi forestali dagli effetti del cambiamento climatico, sulle strategie da attuare per valorizzare la multifunzionalità del bosco e sulle opportunità offerte per promuovere la crescita delle foreste urbane nelle nostre città.

Un momento di confronto per discutere delle buone pratiche, degli strumenti e delle politiche per rilanciare il Paese e avviare un processo di transizione verde dell’intera economia, puntando sulla gestione e pianificazione forestale sempre più sostenibile e responsabile.

Il Forum offre l’occasione per una riflessione anche sul ruolo che le nostre foreste possono avere nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per raggiungere gli obiettivi della Strategia UE per la biodiversità.

Le foreste offrono alla collettività servizi ecosistemici di valore straordinario. La filiera italiana della trasformazione è già leader nel mondo per qualità dei manufatti e originalità del design. Il settore forestale ha ben compreso le necessità di uno sviluppo nel segno della sostenibilità e della tracciabilità, in grado di contemperare le esigenze di conservazione con quelle di valorizzazione, anche alla luce delle opportunità che ci offre l’Europa attraverso il Recovery Plan.

 

In occasione del Forum Bioeconomia delle foreste verranno premiati i vincitori della terza edizione del Premio “Comunità Forestali Sostenibili”, che ha come obiettivo quello di raccontare e valorizzare il lavoro e la storia di chi ogni giorno crea economie e opera per garantire il benessere del nostro territorio e delle nostre comunità.
Il premio, ideato nel 2016 da Legambiente e da PEFC Italia, è stato assegnato a quei proprietari o gestori forestali, pubblici o privati, operatori delle filiere dei prodotti e servizi forestali e montani e professionisti che si occupano di comunicazione.

In particolare, il Premio verrà assegnato a:
1. La miglior gestione forestale sostenibile (i vincitori)
2. La miglior filiera forestale (i vincitori)
3. Il miglior prodotto di origine forestale (i vincitori)
4. La miglior comunicazione forestale (i vincitori)

Tre menzioni speciali verranno inoltre assegnate da Slow FoodFondazione Garrone e Next per l’innovazione, per la valorizzazione dell’economia circolare e per l’impegno sul tema educazione ambientale.

 

A causa delle limitazioni dovute alla pandemia COVID-19 e nel rispetto delle prescrizioni previste, l’evento sarà trasmesso online sui siti www.lanuovaecologia.it e www.legambiente.it e sulle pagine Facebook di Legambiente e de La Nuova Ecologia.

XXXVII ASSEMBLEA ANNUALE ANCI – L’ITALIA AL PASSO DEI SINDACI
Webinar a cura del MIBACT
“I Cammini quali opportunità di sviluppo e valorizzazione di borghi e piccoli comuni”
Lunedi 23 novembre 2020, ore 11:00 – 13:00
***

ISCRIVITISCARICA I PROGRAMMA

Introduzione e saluti istituzionali
On. Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo
Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola

Coordinamento
Paolo Piacentini, MIBACT – Uffici di collaborazione del Ministro

Interventi
“Il MiBACT e le politiche della coesione per una cultura sostenibile”
Angelantonio Orlando, Dirigente Servizio V del Segretariato Generale del MIBACT – Contratti e attuazione programmi
Luigi Scaroina, Dirigente Servizio IV Segretariato Generale del MIBACT – Programmazione

“I Comuni e il turismo dei Cammini”
Vincenzo Santoro, Responsabile Dipartimento Cultura e Turismo di ANCI

“Cammini: perché funzionano, perché falliscono”
Miriam Giovanzana, Direttore Terre Di Mezzo Editore

“Il Cammino di San Benedetto, come nasce un’esperienza di successo”
Simone Frignani, ideatore del Cammino di San Benedetto,

“Le ricadute economiche, sociali e culturali dei Cammini sul territorio. Case history: la rete dei Cammini dell’Umbria.”
Gianluigi Bettin, SviluppUmbria

“I Cammini, Strategie di rigenerazione del territorio”
Filippo Tantilo, responsabile Officine Sperimentali Aree interne

Conclude
Flaminia Santarelli, Direttore – Direzione Generale Turismo del MIBACT

 

 

Dal 20 al 29 novembre online il cuore pulsante di Fa’ la cosa giusta: il programma culturale!

Progetti innovativi, buone pratiche legate alla sostenibilità, sfide da affrontare per un futuro più giusto ed equo per tutti. Capiremo perché l’Italia può ripartire dai territori fragili e dal turismo lento e cosa possiamo imparare dal Covid-19.

Questo è il nostro invito: se volete sostenerci e accompagnarci in questa edizione speciale online, salvatelo e condividetelo sui social con tutti i vostri conoscenti, amici e contatti. Viviamo insieme questa nuova avventura digitale!

Qui potete scaricare l’invito nei vari formati, e dare un’occhiata anche alle altre immagini pensate per voi: https://www.falacosagiusta.org/la-fiera/parla-di-noi/

Sette ragazzi e una spedizione aperta a tutti. 15 mesi di cammino, alla scoperta del Sentiero Italia.

Camminare, scoprire, condividere: Va’ Sentiero è molto più di un viaggio.
E’ un nuovo approccio alla montagna, il seme di un cambiamento, il primo passo di un lungo cammino.

Un progetto in collaborazione con FederTrek e supportato su molte tappe dall’Associazione affiliata Sentieri Olistici di Termoli 

Come descrivono il progetto gli ideatori: Va’ Sentiero è un’idea di viaggio basata sui concetti di scoperta, condivisione & circolarità. Con la nostra spedizione esploriamo le Terre Alte e, giorno per giorno, documentiamo il percorso e i luoghi attraversati: raccogliamo dati tecnici, informazioni culturali ed enogastronomiche, produciamo foto e video per raccontare l’esperienza. Crediamo nell’interazione col territorio e nel coinvolgimento attivo delle persone: chiunque può venire a camminare con noi e lungo il nostro cammino organizziamo eventi culturali in sinergia con le realtà attive locali.

Va’ Sentiero – Alla scoperta del Sentiero Italia (DIRETTA PREMIER)

Va’ Sentiero – Alla scoperta del Sentiero Italia (TRAILER)

 

Mercoledì 25 novembre Va’ Sentiero va in onda con l’anteprima nazionale del docufilm autoprodotto “Va’ Sentiero – Alla scoperta del Sentiero Italia”. Protagonisti i primi 3.548 km della spedizione che sta riscoprendo l’entroterra italiano percorrendo il trekking più lungo al mondo, condensati in 50 minuti. 

Appuntamento in diretta alle 21.00 sul canale YouTube di Va’ Sentiero per la proiezione; alle 21.55 ci si sposta su Facebook per il Question Time aperto alle curiosità di tutti gli spettatori. Modera Frank Lotta, speaker di punta di Radio Deejay e conduttore del programma Deejay On the Road. Iscriviti all’evento Facebook

Autoprodotto da Va’ Sentiero con video e montaggio di Andrea Buonopane, il docufilm “Va’ Sentiero – Alla scoperta del Sentiero Italia. I primi 3.548 km da Trieste ai Monti Sibillini” condensa in 50 minuti i paesaggi, i volti e le storie che il giovane team di Va’ Sentiero ha incontrato durante i suoi primi 3.548 km percorsi nei primi 7 mesi della spedizione lungo il Sentiero Italia, attraversando Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Emilia- Romagna, Umbria e Marche. Un cammino, questo, senza precedenti, iniziato lo scorso anno con un duplice obiettivo: da una parte promuovere il Sentiero Italia – il trekking più lungo al mondo – all’insegna della consapevolezza ambientale e del turismo lento; dall’altra, valorizzare le Terre Alte rispettandone le peculiarità locali e ambientali e contribuendo a sostenere il tessuto socio-economico delle aree interne, troppo spesso in via di spopolamento. 

«Questo docufilm è il frutto della nostra esperienza, unica e autentica, lungo il Sentiero Italia. Racconta di una natura magica e commovente, ma anche di comunità, tra abbandoni e ritorni. Ampio spazio, infatti, è lasciato alle voci delle persone incontrate: quelle che resistono in silenzio e che ci hanno insegnato molto sulle potenzialità e le fragilità delle Terre Alte. Devo quindi ringraziare chi, ogni giorno, ci ha scaldato con la sua accoglienza, chi ha creduto in Va’ Sentiero, passo dopo passo». Andrea Buonopane, videomaker di Va’ Sentiero e autore del docufilm.

Nel rispetto delle misure sanitarie preventive, alle 21.00 il video sarà condiviso con gli spettatori online attraverso una proiezione esclusiva sul canale YouTube di Va’ Sentiero (iscriviti al canale e clicca sulla campanella sotto il video per ricevere il promemoria!). Non per questo si rinuncerà al fascino di una tipica première in presenza: per la partecipazione è caldamente consigliato il dresscode da gala e, a proiezione terminata, ci si sposterà su Facebook per dare spazio alle domande degli spettatori presenti. A rispondere in diretta ci sarà l’intero team Va’ Sentiero con il coordinamento di Frank Lotta, speaker di Radio DeeJay. Il docufilm sarà condiviso in tempo reale anche sul sito Ferrino, sponsor della spedizione. 

«Viviamo questo evento come un’opportunità per restituire alla comunità l’unicità dell’esperienza vissuta, la forza degli incontri fatti durante il cammino e la meraviglia dei paesaggi scoperti valle dopo valle. Vogliamo unire tutto lo Stivale, proprio come il Sentiero Italia, in un grande cineforum virtuale». Yuri Basilicò, Sara Furlanetto e Giacomo Riccobono, co-founders di Va’ Sentiero.

L’ingresso alla première virtuale è gratuito; per chi lo desiderasse, è possibile contribuire alla causa di Va’ Sentiero con una donazione al progetto: vai alla campagna di crowdfunding e scopri i premi personalizzati!


La spedizione Va’ Sentiero e la realizzazione del docufilm sono state rese possibili anche grazie agli sponsor che hanno creduto nel progetto: Montura (capi d’abbigliamento tecnici), Ferrino (zaini, tende e sacchi a pelo), Vibram (suole ad alta aderenza per l’escursionismo), Oxeego (calze e intimo tecnico), Fitline (integratori naturali) e FC Webstore (attrezzatura video-fotografica). Le risorse economiche sono state trovate attraverso due campagne di crowdfunding di successo (di cui l’ultima ancora attiva) e al decisivo contributo di Fondazione Cariplo, F. Carispezia, Wonderful Outdoor Week F. di Venezia, F. Agostino De Mari, F. CariLucca, F. dei Monti Uniti di Foggia. Il sito-guida è stato realizzato gratuitamente dai ragazzi della web agency milanese 150up.

 

Una cordata di Associazioni e botanici denuncia i danni e una grave inadempienza di legge

WWF Abruzzo, Appennino Ecosistema, LIPU, ALTURA, FederTrek, Pronatura L’Aquila, Società Botanica Italiana e alcuni fra i principali botanici abruzzesi hanno inviato ieri alla Procura della Repubblica dell’Aquila un esposto per denunciare le gravi violazioni di legge in corso, chiedendo l’immediata sospensione delle esercitazioni militari autorizzate dal Comune di Ocre, in un’area delicatissima e riconosciuta di Importanza Comunitaria da una Direttiva Europea, in assenza della Valutazione di Incidenza Ambientale prevista dalla Legge.

Nell’esposto, inviato anche al Gruppo Carabinieri Forestale dell’Aquila, al NOE dei Carabinieri, al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Abruzzo, sono ipotizzati i reati di cui agli art. 733-bis (distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto), 452-quinquies (delitti colposi contro l’ambiente) e 635 (danneggiamento aggravato) del codice penale. Si chiede anche di procedere per la violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. n. 42/2004, art. 181), per aver attuato l’intervento in assenza di autorizzazione, cioè di autorizzazione paesaggistica e di dichiarazione di incidenza ambientale non significativa, obbligatoria per tutte le aree della Rete Europea Natura 2000.

Nel sito “Doline di Ocre” solo 2 anni fa sono stati spesi consistenti fondi pubblici POR FESR 2014-2020 per la riqualificazione della sentieristica e per la sensibilizzazione dei fruitori verso le caratteristiche ambientali di un’area valutata importante anche per l’Orso marsicano. Oggi lo scenario è completamente diverso. Esercitazioni con munizionamenti a salve e artifizi, movimentazione di mezzi pesanti e la consistenze presenza di personale militare appiedato per 18 giorni consecutivi non sembrano certo perseguire la stessa finalità.

Gli habitat che hanno fatto sì che questo Sito entrasse nella Rete Natura 2000 sono alcune particolari formazioni di prateria il cui stato di conservazione è stato valutato “inadeguato” e addirittura “in peggioramento” nei rapporti ufficiali in base ai quali la Comunità Europea orienta poi le politiche di conservazione. Tali habitat ospitano specie animali e vegetali vulnerabili, tra cui endemiche rarissime come ad esempio il Goniolimon tataricum subsp. italicum. Questa pianta è a grave rischio di estinzione ed esiste in tutto il mondo in sole 10 esigue popolazioni nelle conche interne aquilane. Oggi mezzi cingolati, accampamenti e varie installazioni necessarie all’addestramento hanno già prodotto danni difficilmente sanabili, peggiorando uno stato di conservazione che le politiche europee ci chiedevano, al contrario, di migliorare.

Riteniamo inaccettabile che, a distanza di 28 anni dall’emanazione della Direttiva Habitat, possa ancora succedere che vengano rilasciate autorizzazioni con questa leggerezza, nella totale inosservanza della principale normativa di settore. Autorizzazione rilasciata, in questo caso, dallo stesso Comune che è stato designato come Ente gestore del Sito, che ha veicolato sul territorio ingenti fondi comunitari e che ha redatto il Piano di Gestione che indica, fra le azioni necessarie: la regolamentazione dell’accesso motorizzato, il contenimento di rischio di incendio, interventi per la fruizione sostenibile del sito, il monitoraggio degli habitat di Interesse Comunitario e, dulcis in fundo, la formazione dei soggetti coinvolti nella gestione del Sito.

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📣  La stretta sulle Regioni continua, nonostante il dpcm del 3 novembre non abbia subito cambiamenti, le FAQ del governo (http://www.governo.it/…/domande-frequenti-sulle…/15638) indicano il divieto di spostamento tra i comuni anche nelle zone arancioni. Secondo il principio di precauzione FederTrek segue le indicazioni più restrittive, pertanto:
‼️🚷 Nelle regioni riconosciute come “aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto” (Zone Rosse), sono da ritenersi sospese tutte le attività escursionistiche, di trekking e di urbantrek, in ottemperanza all’obbligo di spostamento dal proprio comune esclusivamente per comprovare necessità sancito dal dpcm del 3 novembre.
‼️🚷 Nelle regioni riconosciute come “aree caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto” (Zone Arancioni) sono da ritenersi sospese tutte le attività escursionistiche, di trekking e di urbantrek, in ottemperanza all’obbligo di spostamento dal proprio comune esclusivamente per comprovare necessità sancito dalle FAQ del governo.
‼️⚠️ Nelle “Zone Gialle” ribadiamo la necessità di prestare la massima attenzione e prudenza nello svolgere le attività di escursionismo e trekking richiamando il senso di responsabilità di chi partecipa e di chi organizza momenti di trekking in gruppo. Le escursioni e i trekking devono rispettare le indicazioni FederTrek prestando particolare attenzione alla dimensione del gruppo, che sia compatibile con le caratteristiche del percorso e consenta di far rispettate le distanze di sicurezza (1 metro con mascherina e 2 metri senza mascherina quando si cammina) soprattutto nelle regioni in cui è prescritto l’uso della mascherina ogni volta che ci si ferma.
‼️‼️‼️ Ribadiamo inoltre il punto 14 delle indicazioni FederTrek che recita “Proporre escursioni che prevedano la partecipazione di un numero massimo di 30 partecipanti con la seguente progressione rispetto agli accompagnatori (almeno 1 accompagnatore ogni 10 partecipanti)”vigilando attentamente sul rispetto delle distanze e sull’uso dei DPI